castello svevo di Oria |
Molti
cavalieri ricevevano un pezzetto di terra dove poter costruire il loro maniero
oppure gli veniva donato un piccolo castello, di solito in pietra, che
comprendeva non solo la residenza del padrone del maniero ma anche altri
edifici, come ad esempio magazzini, stalle, cucine ecc. Alcuni erano semplici
mercenari al servizio di un signore feudale, altri si conquistavano il loro
onore nelle giostre, sperando in una ricca ereditiera da poter sposare. I
contadini del luogo dovevano lavorare la terra del castellano in cambio della
sua protezione e di un tetto per poter dormire durante la notte. Questa povera
gente che lavorava nei campi dall'alba fino al tramonto doveva obbedienza al
signore che in cambio dei loro servigi garantiva a queste persone protezione e
alloggio. Il castellano riceveva una parte dei prodotti della terra coltivata
dai contadini. Inoltre il signore del maniero invitava i contadini a
partecipare a feste popolari. In una delle stanze del maniero il signore
amministrava la giustizia talvolta seduto nel cortile o nel salone del
castello. Egli puniva i ribelli e riscuoteva le tasse. La castellana, cioè la
moglie del signore del castello, godeva di una certa parità con il suo compagno.
Era per lui l'amica fidata, colei che in assenza del marito amministrava la
giustizia, accoglieva gli ospiti in visita al castello e in caso di assedio
difendeva il maniero da eventuali briganti.
Alberto Errico