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Visuale del Castello dall'alto |
Dalla parte più alta della collina, denominata
Colle del Vaglio, della millenaria città di
Oria, sorge il suo maestoso
castello che controlla il territorio intorno ad essa per difenderla dagli assedi degli eserciti nemici.
Il castello è considerato un "gioiello" dell'architettura militare non solo per quanto riguarda il territorio brindisino ma dell'intera Puglia grazie alla sua bellezza e particolare struttura.
STORIA
Nei pressi del castello fino ai pressi dell'odierna
Piazza Cattedrale era situata un
acropoli di origine
messapica di cui si possono vedere, in parte, alcuni resti delle mure risalenti al VI secolo a.C.
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Federico II di Svevia |
Nel 880, quando l'Italia Meridionale era sotto il dominio
bizantino, il vescovo
Teodosio decise di costruire una chiesa, all'interno delle mure cittadine, con l'intento di conservare le reliquie dei Santi Martiri
Crisante e
Daria, riportata alla luce nel 1822 e situata sotto la piazza d'arme del castello.
Con l'arrivo dei
normanni, giunti nel 1071, si iniziò il processo di
incastellamento della città con la costruzione del primo nucleo difensivo della città, come si può notare dalla torre a forma quadrata nell'angolo meridionale di sinistra dell'edificio militare.
Dopo circa duecento anni, il castello venne amplificato e rafforzato ma soprattutto accogliente secondo le esigenze dell'epoca, ovvero l'epoca
sveva dell'imperatore
Federico II di Svevia, attendendo l'arrivo a
Brindisi della futura sposa
Iolanda di Brienne, e da tale evento prenderà spunto per l'odierna rievocazione del
Torneo dei Rioni.
Altre modifiche al castello sono state effettuate durante il periodo
angioino con la costruzione delle due torri cilindriche situate al centro e alla destra della cinta muraria meridionale.
Nel 1407 abbiamo notizie dell'arrivo della regina di
Napoli,
Maria d' Enghien, il quale venne ospitata presso il castello, mentre il suo sposo
Ladislao giungerà sette anni più tardi nel 1414.
Nel 1433 ci fu l'assalto, da parte del condottiero molisano
Giacomo o
Jacopo Caldorna che, dopo tentativi di entrare al castello, dovette arrendersi.
Con il cambio di dinastia nel Regno di Napoli tra gli angioini e gli
aragonesi, nel 1447 giunsero
Isabella di Chiaramonte con il re
Ferrante d'Aragona.
Nel 1480,
Alfonso II di Napoli partì dalla città federiciana per riprendere, ottendendo una vittoria, la città di
Otranto dal controllo
turco, conquistata il 14 agosto ricordando le 800 decapitazioni dei
Martiri di Otranto per aver rifiutato la conversione all'Islam e la leggenda di
Antonio Primaldo che dopo la sua decapitazione rimase in piedi fin quando l'ultimo morì.
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Alfonso II, re di Napoli |
Grazie all'invenzione delle armi da fuoco, il castello "svevo" venne riadattato, nuovamente, alle esigenze dell'epoca per fronteggiare gli assalti con l'utilizzo dei cannoni e altre armi.
Per un lungo periodo di tempo non si hanno notizie particolari sul castello fino a quando il 15 dicembre 1933 il
Comune di Oria lo cedette alla famiglia
Martini Carissimo ricevendone
Palazzo Martini, divenuto sede municipale della città.
La famiglia decise di ristrutturare il castello assegnando l'incarico all' architetto
Carlo Ceschi, e grazie allo sforzo economico compiuto da essi che il re d'Italia
Vittorio Emanuele III decise di conferirli il titolo di
Conti del Castello d'Oria.
Nel periodo post-bellico, precisamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel castello soggiornò per l'ultima regina d'Italia,
Maria Josè di Savoia e il cardinale francese
Eugenè Tisserant.
Il 2 giugno 2007 i coniugi
Romanin della
Borgo Ducale s.r.l. decisero di acquistare il castello per ristrutturarlo, ma dopo pochi anni il castello viene sequestrato per lavori abusivi e ancora in questo periodo si sta svolgendo il
processo.
Tuttora il castello è al vaglio della magistratura, ma concede la disponibilità delle visite guidate al castello nei giorni stabiliti da essa.
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Pianta del Castello |
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Il triangolo isoscele sulla mappa |
ARCHITETTURA
Come già accennato nell'introduzione, il maniero si trova nella collina più alta della città a circa 166 m.s.l.m (livello del mare) per la sua posizione strategia e per la eccellente visibilità del territorio circostante in caso di un attacco nemico.
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La Torre dello Sperone visto dalla piazza d'arme |
La struttura, come visibile nella figura accanto, ha una forma di
triangolo isoscele, ovvero di una figura geometrica che possiede due lati uguali e due angoli uguali, con il vertice rappresentato dalla
Torre dello Sperone, probabilmente risalente al periodo svevo, adatta per la difesa, attraverso l'utilizzo degli arcieri che scagliavano le frecce per respingere l'attacco nemico grazie alla sua forma alta e sventata, ottima per la difesa proveniente dalla campagna.
La torre, rappresentata col colore azzurro sulla pianta, è dotata di
merli, elementi caratteristici dell'architettura militare utilizzati per la
difesa passiva dal lancio di frecce nemico per poi contrattare oppure per la
difesa attiva quando potevano essere scalzati precipitando sugli assedianti il quale tentavano la scalata alle mura o che si assiepavano dinnanzi alle porte. La tipologia di merlatura, presente nella torre è quella
guelfa, cioè avente la sommità squadrata come visibile nella figura accanto. La torre è anche formata da
beccatelli, ovvero elementi architettonici utilizzati nelle torri, balconate, cammini di ronda e altro, per aumentare la difesa grazie agli spazi lasciati, detti
caditole o
piombatoie, con l'intento di lasciar cadere
elementi liquidi come per esempio l'
olio bollente versato sui soldati nemici o sulle macchine d'assedio di legno e successivamente gli arcieri scoccavano le frecce infuocate, grazie all'olio versato sulla punta della freccia, oppure lanciavano elementi pesanti come per esempio grandi massi di pietra.
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I beccatelli |
Dalla torre ci spostiamo in direzione della
piazza d'arme, la parte colorata di verde sulla pianta, sempre a forma di triangolo isoscele, dove potevano contenere dalle 3.000 alle 5.000 di soldati pronti a difendere il castello con le loro spade e con le loro lance. Nei pressi della
torre del Salto si può trovare l'ingresso alla
Cripta di Crisante e Daria, accennati nel paragrafo precedente, che si accede scendendo alcune scale. Nel tratto di mura, sono visibili alcune tracce della antica chiesa, in particolare, le tre arcate. Qui è ancora visibile il passaggio sotteraneo che serviva alla popolazione oritana di allontanarsi dalla città in caso di assedio.
Ci dirigiamo verso le mure meridionali del castello dove si possono trovare
Torre del Cavaliere e
Torre del Salto, e il
Mastio dalla forma quadrata risalente al primo nucleo difensivo di epoca normanna.
le due torri dalle forme cilindriche con la presenza dei beccatelli, risalenti al periodo angioino, denominate
La
Torre del Cavaliere, colorata in arancione sulla mappa, è così denominata perché era il luogo dove i cavalieri si armavano e si vestivano per respingere gli assalti dell'esercito nemico, mentre la
Torre del Salto, colorata in rosso, chiamata in questo modo per via della leggenda di una
ragazza che si è gettata per sfuggire a un signore.
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Torre del Salto (Sinistra) e Torre del Cavaliere (Destra) |
Le due torri, collegate attraverso un passaggio stretto, si trovano sulla parte meridionale delle mura del castello, ovvero la parte più vulnerabile della collina, e perciò si decise di rafforzare il sistema difensivo. Per salire in cima alle due torri cilindriche, i soldati utilizzavano la
scala a chiocciola dove possedevano una visuale perfetta del territorio circostante, infatti, sulla sinistra il visitatore riesce a vedere la cupola della
Chiesa Madre della vicina città, distante 10 Km, di
Francavilla Fontana. Se i difensori avvistavano i nemici ad est, intuivano che l'attacco è partito da Brindisi perchè in linea d'aria Brindisi si trova a est di Oria.
Concludiamo la nostra gita al castello raccontando del
mastio risalente con probabilità al periodo normanno.
Vi domanderete:
Che cos'è il mastio?
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Il mastio |
Il mastio è la torre più alta dell'intero castello, utilizzato come l'ultima difesa in caso di un attacco nemico. Come potete vedere nella mappa, per accedere a questa zona del castello bisogna attraversare una serie di edifici. Di questa torre potete notare l'elemento scarpato del basamento, elemento visibile nel castello di Mesagne, per essere maggiormente difendibile dall'alto e difficoltoso per gli assedianti, che attaccavano dal basso, e aggiungendo che in questa torre si possono trovare i famosi beccatelli.
L'interno era suddiviso in due piani, creando quattro stanze in totale tra le due attuali sali grandi, divisi attraverso un soffitto in legno, di cui tuttora si possono vedere gli attacchi delle travi. Nella parte superiore di una delle due sale è ancora visibile un caminetto per riscaldare l'ambiente nelle giornate fredde d'inverno, elemento che si può vedere nel celebre Castel del Monte situato ad Andria.
Fonte:
- Terra dei Due Mari, TeleRama, 19/11/2010
Foto:
[1] rtmweb.it
[2] ilsacroregnodellepuglie.weebly.com
[3] vomero.it
[4-5] stupormundi.it (N.B. Le zone solo colorate dall'autore dell'articolo)
[6] tripadvisor.it
[7] spaziovidio.it
[8] treccani.it
[9] castelsintheworld.wordpress.it
[10] viaggiareinpuglia.it
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