lunedì 13 gennaio 2014

Il convegno sulla Via Francigena



Tratto da: brindisireport.it
BRINDISI – Intere generazioni di pellegrini nel Medioevo cercarono Cristo, recandosi a piedi, chilometro dopo chilometro, nei luoghi santi della Cristianità: Roma, Gerusalemme, Santiago di Compostela. Con sé essi portavano solo il desiderio di espiare una colpa, di purificare la propria anima o di chiedere una grazia. Dei pellegrinaggi medievali e delle grandi vie della fede, come la Via Francigena che attraversava l’Europa Centrale, giungendo nel nostro Paese per arrivare poi nel territorio pugliese, dove Brindisi svolgeva un ruolo fondamentale per via del suo porto che permetteva ai pellegrini l’imbarco per Gerusalemme, si è parlato venerdì sera presso la Chiesa del Cristo dei Domenicani, durante il XXVIII Colloquio di ricerca storica intitolato: “Apulia, cujus metropolis est Brundiston, per istam navigatur in terram sanctam”.

Il colloquio, organizzato dalla Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Brindisi, ha avuto il patrocinio morale del Comune e l’adesione e il concorso dell’associazione Filia Solis e di Federico II Medieval Fest. A coordinare i lavori dell' importante convegno, Giuseppe Rollo, della Società di Storia patria per la Puglia. I saluti del presidente del consiglio comunale, Luciano Loiacono, e del rettore della chiesa del Cristo dei Domenicani, Don Rocco Ivone, hanno dato avvio ai lavori del Colloquio di ricerca storica, che è stato allietato da alcuni brani musicali natalizi eseguiti da Eleonora Franchina e Giuseppe Madaro.

Ad introdurre l’argomento sulle vie della fede è stato Giuseppe Rollo, che ha parlato della complessa
rete viaria che formava le vie del pellegrinaggio nel Medioevo, rete i cui due poli, occidentale e orientale, erano costituiti da Santiago di Compostela e da Gerusalemme. Rollo ha poi parlato dell’importanza esercitata in Europa da città come Brindisi, come dimostrato anche dalla didascalia del mappamondo di Hyggeden del 1360 che recita appunto: “Apulia, cujus metropolis est Brundiston, per istam navigatur in terram sanctam”. Rollo ha concluso la sua introduzione ricordando la deliberazione della giunta regionale del primo luglio 2013, numero 1174, con la quale è stato approvato il tracciato del percorso pugliese della Via Francigena.

Dopo l’introduzione, a parlare dei percorsi viari e dei risvolti artistici nella Puglia medievale è stato Giuseppe Marella della Società di Storia patria per la Puglia – Brindisi. Marella, partendo dalla definizione di pellegrinaggio inteso come “percorso geografico che gli uomini compiono verso una meta sacra”, ha parlato della nascita di questa pratica nelle tre città simbolo della Cristianità e dei due tipi di fonti che riportano i tragitti percorsi dai pellegrini:i diari di viaggio dei pellegrini stessi e le cronache crociate. Marella ha proseguito ricordando gli itinerari più battuti dai pellegrini (che usavano gli assi stradali risalenti all’impero Romano, come la via Appia e la via Appia Traiana da Roma in giù) e parlando di alcuni pellegrini illustri che passarono per le strade pugliesi da e per Gerusalemme.

Marella ha continuato il suo intervento ricordando poi le tre funzioni che svolgevano le copie delle edicole del santo sepolcro (anticipare ai pellegrini la gioia visiva che li attendeva in Terra Santa, far fare un pellegrinaggio mentale a chi non poteva farlo di fatto e sottolineare la funzione di custodi della Terra Santa svolta dagli Ordini), la scultura che riproduceva ciò che si poteva vedere in Terra Santa, i santi militari (militi crociati abbigliati in maniera laica) e la pietra dell’unzione nel Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Marco Leo Imperiale, dell’Università del Salento, ha proposto invece la sua ricerca sull’archeologia del pellegrinaggio nella Puglia medievale, soffermandosi sui manufatti del pellegrinaggio, i “signa peregrinorum” (piccoli distintivi che rappresentavano una testimonianza visiva del pellegrinaggio effettuato): tra questi la conchiglia di San Giacomo di Compostela (simbolo che testimoniava il pellegrinaggio alla tomba del santo nella regione spagnola della Galizia), l’immagine dei santi apostoli Pietro e Paolo o una replica della Santa Veronica. Imperiale ha terminato parlando poi delle ampolle di pellegrinaggio, piccoli contenitori che servivano a trasportare gocce di liquidi entrati in contatto con il sacro, della traslazione delle reliquie di San Nicola da Mira a Bari e dei rinvenimenti delle insegne di San Nicola.

Il XXVIII Colloquio di ricerca storica è proseguito con l’intervento di Luigi Oliva dell’Università di Sassari, che ha conferito sulla cartografia medievale, nella quale si intrecciavano elementi scientifici e sacrali. Oliva ha poi parlato dei percorsi principali romani all’interno della nostra regione (la via Traiana, la via Appia e la via Sacra Langobardorum) e dei principali siti archeologici e religiosi situati lungo la Via Appia, in particolare sul tratto tra Taranto e Brindisi.

Infine, l’intervento del professor Giacomo Carito che ha relazionato sulle chiese con funzione ospitaliera nel tratto brindisino della Via Francigena, ha concluso il XXVIII convegno di ricerca storica. Carito ha spiegato come Brindisi fosse una città profondamente interessata dal fenomeno del pellegrinaggio e come molte chiese avessero le caratteristiche di santuari. Il tratto brindisino della Via Francigena, tratto che andava dal Canale Reale alla città, la rada di Torre Guaceto, la Torre Regina Giovanna (area in possesso dei giovanniti e vicino la quale vi era quella dei benedettini, molto presenti in termini di strutture di ospitalità) e il santuario di Santa Maria di Jaddico (collocato lungo la Traiana e appartenente ai Canonici regolari del Santo Sepolcro di Barletta) sono stati i punti toccati dall’intervento del professore. Carito ha concluso quindi parlando della condizione dei terreni a nord di Brindisi durante il Medioevo e delle chiese che precedevano l’ingresso in città del pellegrino, che qui trovava una ricca offerta di strutture a suo vantaggio

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