Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it
BRINDISI - La Soprintendenza per i beni monumentali ha deciso di tenere
chiuso il Castello Alfonsino fino a quando non saranno eseguiti i lavori
di ripristino del Forte. Ormai lasciato nel degrado da anni e vittima
di vandali e ladri di rame che hanno costantemente reso inutilizzabile
il sistema di illuminazione, ora Forte a Mare è stato dichiarato
inagibile e non potrà neppure essere visitato nelle poche e rare
occasioni organizzate dalle associazioni culturali per i turisti.
«Confermo che il castello non sarà visitabile - ha dichiarato il
geometra Achille Cicciò della Soprintendenza - anche se sappiamo che il
Comune vorrebbe utilizzarlo. Abbiamo ritenuto che non sia possibile
continuare a tenerlo in quel modo ed è assolutamente necessario
sistemarlo prima di renderlo fruibile».
Negli anni, in effetti, la Soprintendenza e la Regione avevano
stanziato diversi milioni di euro che, però, a Brindisi, non sono mai
arrivati. Costruito nel XV secolo è una complessa opera fortificata
realizzata sull'isola di Sant'Andrea, all'imboccatura del porto esterno
di Brindisi. Di proprietà della Marina Militare, come pure tutta l'area
di accesso dall’isola di Sant’Andrea e lo spiazzo di Forte a Mare, il
castello è stato ceduto alla Soprintendenza per i Beni culturali che
però non ha i fondi necessari per manutenzioni e sorveglianza.
Nonostante fino alla scorsa estate sia stato visitabile in occasione
delle mini crociere organizzate nel porto interno, che prevedevano
proprio un’escursione in moto barca e la visita al Forte, e addirittura
utilizzato come location per una festa privata ad agosto con il permesso
della Commissione pubblici spettacoli del Comune, in cui parteciparono
centinaia di persone, ora il castello è stato dichiarato inagibile con
l’unico impegno a chiudere alcuni varchi «per evitare altra barbarie»,
come riferiscono dalla Soprintendenza. Negli ultimi due anni, infatti,
le razzie di ladri e vandali hanno resto il monumento poco sicuro e
particolarmente degradato.Anche se al castello si accede solo attraverso un valico militare o dal mare, numerosi sono stati i furti e i tentativi di vandalizzarlo. Nella parte interna il castello è attraversato dal mare mentre nel primo livello si trovano i saloni di rappresentanza in cui venivano organizzati convegni e mostre. Al piano superiore, invece, a cui si accede solo attraverso una scala ripida, si trovano gli uffici di osservazione dell'Avvisatore marittimo che ha subito gravi danni proprio in seguito ai tentativi di accesso durante la notte da parte dei ladri. La decisione della Soprintendenza, però, arriva in un momento in cui erano stati avviati tentativi di collaborazione mirati alla riapertura al pubblico. Dopo la quasi totale asportazione del sistema di illuminazione, pagato da Enel e realizzato in occasione della visita pastorale di Benedetto XVI nel 2008, il Comune si era impegnato a finanziare con 70mila euro il ripristino dell’impianto ma anche guardiania e un eventuale sistema di video sorveglianza. «Nonostante il bene non sia di proprietà del Comune - ha spiegato l’architetto Maurizio Marinazzo, dirigente del settore Beni monumentali - abbiamo compiuto uno sforzo economico proprio per ridare un minimo di dignità al castello. Adesso, però, con questo provvedimento, inevitabilmente tutto si bloccherà perché non è possibile investire in un bene che non è di nostra competenza».
Lo sforzo, insomma, spetterebbe alla Soprintendenza che potrebbe utilizzare i fondi regionali a disposizione. Nel frattempo l’amministrazione comunale, in virtù del cosiddetto federalismo demaniale, ha chiesto di poter acquisire Forte a Mare. Il bene, infatti, è inserito nella lista dei monumenti alienabili e la pubblica amministrazione può esercitare un diritto di prelazione anche prevedendo un eventuale project financing che, con l’aiuto dei privati, porti ad una gestione e manutenzione costante. Resta anche da stabilire come prevedere un sistema di controllo per garantire non solo la sicurezza dei visitatori ma anche l’integrità del bene.