Tempio di San Giovanni al Sepolcro. Foto di BrindisiReport |
Fonte: storiadossier.it
Ancora una ulteriore conferma sulla teoria Templare di Federico Sanapo, il ricercatore brindisino indipendente, autore di "San Giovanni al Sepolcro"
La conferma della paternità del Tempio di S.Giovanni
Crescono le prove sulla paternità templare della chiesa di San Giovanni al Sepolcro in Brindisi, da tempo al centro degli studi del giovane brindisino, Federico Sanapo, già insignito con numerosi riconoscimenti al merito, proprio per gli studi finalizzati alla ricostruzione della storia templare a Brindisi.
In particolare, nella serata di venerdì 4 aprile 2014, comunica Sanapo, durante lo studio di un volume reperito presso la biblioteca provinciale di Brindisi intitolato "200 pagine di Storia Brindisina" del prof. Giuseppe Roma, storico brindisino, sono state rinvenute importanti notizie relative alle chiese di San Giovanni al Sepolcro di Jaddico.
Lo studio del prof. Roma, avvalorerebbe la teoria di Sanapo secondo cui la chiesa di San Giovanni al Sepolcro in Brindisi ricadeva originariamente tra le proprietà dei Cavalieri Templari.
Proprio nel libro di Roma, precisamente a pagina 123 si può leggere: "... in Brindisi la chiesa consorella di quella di Gallico, di forma circolare come quella di Gallico e di tutte le chiese dei Templari. E minutamente descritta nel Cabreo della Grancia del Santo Sepolcro del 1777, di cui pubblichiamo l'inedito testo".
La conferma della paternità del Tempio di S.Giovanni
Ed il testo in parola, vale a dire una copia del Cabreo della Grancia dei Cavalieri dell'Ordine del Santo Sepolcro di Brindisi del 1777, annovererebbe tra i templi anche San Giovanni al Sepolcro.
Così oltre ai simboli emersi dorante i sopralluoghi presso la Chiesa, ora si affiancano a confortare la tesi strenuamente difesa da Sanapo, anche alcuni antichi documenti.
C'è quindi da aspettarsi un maggiore interesse da parte della storia ufficiale per restituire la giusta paternità al Tempio di S. Giovanni al Sepolcro. Perchè proprio di tempio si tratterebbe, difatti San giovanni al Sepolcro è da sempre chiamato Tempio e non Chiesa, cosa tra l'altro arcinota e commentata anche dal prof. Roma, il quale pone l'eventualità di una trasformazione in chiesa, innalzata dai Templari su preesistenti fondamenta di un edificio ormai demolito.
Riguardo le caratteristiche delle chiese templari, un'autorità storica su tutte, vale a dire lo storico Raffaello Morghen, definisce l'unicità delle chiese Templari in quanto "... conservarono sempre la pianta rotonda del S.Sepolcro di Gerusalemme e si chiamavano Il Tempio".
Come è noto, a seguito della soppressione dell'Ordine, avvenuta intorno al 1310, tutte le proprietà di questi vennero assegnate all'oridne degli Ospetalieri, successivamente rinominati Cavalieri di Malta. E su questo, un altro indizio ce lo fornisce proprio lo stesso Sanapo, il quale ha riscontrato da fonti storiche che proprio dinnanzi al Tempio di San Giovanni al Sepolcro, esisteva un ospedale Templare.
Il libro di Roma porta quindi il paragone tra il Tempio di S. Giovanni al Sepolcro e la chiesa di Santa Maria di Jaddico, nota per gli eventi miracolosi e per la sua storia, che affonda le radici al XII secolo. Anch'essa passata ai Cavalieri di Malta, dopo la soppressione dell'Ordine.
Le analogie tra le due chiese.
Anche la chiesa di Jaddico era un tempio circolare, richiamante la
pianta del Santo Sepolcro di Gerusalemme e costruito all'epoca delle
crociate. Lo stesso Roma ci informa che questa chiesa era anch'essa di
proprieta dei Templari e come per le altre proprietà passò agli
Ospitalieri. Il nome Gallico deriverebbe infatti da S.Eligio il Gallico,
ovvero il francese, rappresentato sul muro della chiesa del Gallico,
ora l'affresco non è più esistente. Secondo gli studi condotti da
Federico Sanapo, il culto di S.Eligio proviene in effetti dalle Gallie,
ed era uno dei santi venerati dai Templari, come tra l'altro San Giorgio
e San Michele Arcangelo, Maria Maddalena e la Vergine.
Il documento richiamato dal prof. Roma, riporterebbe inoltre notizie sparse sul processo dei Templari, svolto nella chiesa di Santa Maria del Casale nel 1310.
Il documento richiamato dal prof. Roma, riporterebbe inoltre notizie sparse sul processo dei Templari, svolto nella chiesa di Santa Maria del Casale nel 1310.
Conclusioni
Dice di se Sanapo: "Non mi reputo ne professore, ne esperto, piuttosto una persona che nel suo piccolo vorrebbe offrire il proprio contributo alla storia di questa città, partendo da basi archeologiche e storiche". Un nobile scopo da sempre osteggiato dai detrattori di tali teorie. Sta di fatto che Sanapo, sui dissapori avuti a causa delle sue ricerche ribadisce: "sono stato e sono ancora tutt'ora attaccato di continuo e senza motivo dagli storici locali".