IL MEDIOEVO NASCOSTO ITALIA CENTRO-MERIDIONALE
La percezione di un mutamento netto – di colori, paesaggi, sonorità – assale anche il più distratto viaggiatore che, provenendo dall’Italia settentrionale, attraversi l’Appennino in direzione di Roma e, da lì, proceda verso le terre del Mezzogiorno.
E’ così oggi, come lo è stato al tempo dei grandi “turisti” sette e ottocenteschi che nelle terre del Sud si recarono in carrozza o anche, più semplicemente, a piedi (come fece lo scrittore tedesco Johann Gottfried Seume, partito dalla lontana Sassonia nel 1801 per raggiungere, cinque mesi dopo, Siracusa). E, forse, un’impressione non dissimile la ebbero condottieri, papi e re stranieri, che nei secoli ancora precedenti, elessero il Meridione d’Italia a loro nuova patria. Questa diversità – dalle altre regioni d’Italia come dal resto d’Europa – ha il suo periodo di incubazione, di nascita e di pieno dispiegamento nel millennio medievale. Ne traccia un affresco Luca Pesante nelle pagine che aprono il nuovo Dossier di “Medioevo” (dedicato alla riscoperta del Medioevo nascosto nell’Italia centro-meridionale, e che fa seguito a quello incentrato sulle regioni centro-settentrionali): mai prima la nostra Penisola aveva vissuto un’epoca simile, segnata da scontri e incontri di identità culturali fortissime, che hanno imposto a questa terra un andamento storico dalle caratteristiche singolari e irripetibili. Alla riscoperta dei luoghi che custodivano la memoria di quell’epoca sono dedicati gli itinerari (o, talvolta, le semplici segnalazioni) proposti da Francesco Colotta nella seconda parte del Dossier: luoghi nascosi, di fragile antichità, che a tratti emergono alla nostra attenzione come miraggi avvolti dalla nebbia di un passato che ancora – fortunatamente – ci appartiene.
Il Direttore Andreas M. Steiner