Veduta del maniero svevo di Oria |
Viaggio nel Salento medievale
La foresta è
il simbolo del
Medioevo immaginario. Le persone di quell'epoca l'amavano ma allo stesso tempo
la temevano perché era un luogo molto tetro e misterioso dove dormivano tutte
le creature più strane, care all'immaginario dell'epoca. La foresta era il
luogo dove il contadino medievale andava per procurarsi da mangiare e per
tagliare la legna, indispensabile per costruire piccole casupole. Lungo quei
sentieri stretti e bui si potevano fare gli incontri più strani, ovvero chierici, cavalieri, monaci, banditi,
prostitute, serpenti di ogni specie, volpi, unicorni.
Già infatti l'unicorno non è un animale immaginario del medioevo ma esistito
veramente.
Nella foresta un contadino non poteva cacciare gli animali che voleva.
Alcuni appartenevano al Signore del Castello di Hyria (Oria) e quindi
il cervo che
andava direttamente sulla tavola del castellano. Ai contadini spettava solo un
terzo del raccolto che avevano prodotto durante la stagione di primavera. Il
95% della popolazione medievale viveva in campagna in piccole case fatte di
paglia e legno. Questi erano piuttosto piccole, di solito dormivano una decina
di famiglie in una stessa casa. La vita del contadino era piuttosto monotona:
si alzavano all'alba e andavano a dormire al tramonto. In Puglia, in particolare nel Salento,
nacquero tra IX e XII secolo molti casali tra cui Tuturano, San Pietro
Vernotico, Spani, Squinzano, Apigliano, Supersano, Surbo, Acaya,Tabelle, Fulcignano,
quattro macine, Soleto,
diventata di seguito un'importante città sotto la famiglia degli Orsini nel
1300. Questo mondo rurale
era molto tranquillo o meglio un’ oasi
di pace e tranquillità. Se accadeva qualche razzia i contadini dei
casali vicini potevano rifugiarsi all'interno dei castra del feudatario, che prima di fare entrare la popolazione
dentro le mura merlate, chiedeva ai villici un contributo in moneta per
garantirgli protezione. Di fatto era il castellano il solo signore a cui
bisognava dare obbedienza e questo alla Chiesa dava molto fastidio. Infatti tra IX e XII
secolo si scatenò la famosa lotta per le Investiture tra Papa Gregorio VII e Enrico IV il quale si oppose a
Papa per l'elezione dei vescovi. L'Imperatore era il solo rappresentante
di Dio sulla
Terra. Il signore andava spesso a caccia lungo la strada che porta da Oria a
Lecce, di preciso nel 1134, quando il signore era Accardo d'Altavilla, Conte di Lecce e nonno di Tancredi. Quest'uomo
dall'aspetto rude e generoso governava il piccolo castrum normanno di San Pietro Vernotico. Il castello
possiede un grande mastio di pietra con una doppia cinta di mura e intorno
un profondo fossato asciutto. Ad aprile tocca ai contadini del luogo fare la
guardia al castello. Il signore è molto impegnato. Sono tempi di guerra, il
rivale di famiglia Guglielmo il
Malo ha dichiarato guerra agli Altavilla e Accardo vuole tenere
lontano i figli da costui. Per questo ha fatto erigere un monastero in Lecce. Insieme
alla moglie Guinnora provvederanno
alle spese della costruzione senza chiedere denaro ai contadini di Pabula Vernatica, già
stremati dal lavoro nei campi e dalle decime della chiesa. Inoltre Accardo
vuole riparare la cappella del villaggio ed è qui che si concentra la vita
contadina del luogo. Ebbene sul finire del Medioevo siamo nel 1400 la Puglia
possiede immense foreste ormai da estirpare. La contessa Maria D'Enghien Contessa di Lecce, insieme
al marito Raimodello Orsini stanno
dando a Lecce un periodo di felicità e prosperità. Qui arrivano artisti
da tutta Italia, poeti, intellettuali, cantastorie, animando la città
medievale. Prima di morire Raimodello fece erigere a Soleto la famosa Guglia Gotica, un campanile
straordinario, insieme alla cappella di epoca bizantina di Santo Stefano di stile Bizantino. Oggi
della cittadina Orsiniana è rimasta la porta di San Vito che dava
l'ingresso alla cittàdina. Ritornando alla Foresta, molte furono abbattute nel
XVI per far spazio alla storia moderna.
Nel 1997 la Facoltà di Beni
Culturali dell' Università
del Salento ha avviato nella località una prima campagna di scavo,
sotto la direzione del Prof. Paul
Arthur, docente di Archeologia
medievale, che ha portato alla luce una realtà ormai dimenticata
dell'alto Medioevo, precisamente al periodo bizantino. Si tratta del casale
di Apigliano, un luogo
tipicamente rurale che ha portato alla luce testimonianze molto interessanti e
alcuni resti di alcune abitazioni rurali costruite con la tecnica del muro a
secco. Sono stati trovati anche vari oggetti di vita quotidiana ( un coltello, una punta di freccia, un punteruolo, un anello appartenente probabilmente
a un funzionario dell’amministrazione tributaria bizantina. Per quanto riguarda
il periodo angioino più ricchi sono invece i ritrovamenti. Sono stati riportati
alla luce i resti di una chiesa, che si ritiene sia la Chiesa di San Giorgio e che gli
archeologi hanno ricostruito l'edificio permettendo al visitatore di immaginare
come poteva essere la piccola cappella. Un po’ di anni fa sempre il professore
Arthur ha rinvenuto presso Supersano, in provincia di Taranto, una motta di
epoca normanna, un castello costruito interamente in legno della fine dell’XI
secolo. Inoltre il professore ha curato un museo sul bosco di Supersano nel
castello di Manfredi, dando la possibilità al visitatore di immaginare una
foresta medievale.
Alberto Errico
Alberto Errico