giovedì 16 novembre 2017

La foresta nella Puglia Medievale

Veduta del maniero svevo di Oria
       Viaggio nel Salento medievale 


La foresta è il simbolo del Medioevo immaginario. Le persone di quell'epoca l'amavano ma allo stesso tempo la temevano perché era un luogo molto tetro e misterioso dove dormivano tutte le creature più strane, care all'immaginario dell'epoca. La foresta era il luogo dove il contadino medievale andava per procurarsi da mangiare e per tagliare la legna, indispensabile per costruire piccole casupole. Lungo quei sentieri stretti e bui si potevano fare gli incontri più strani, ovvero chierici, cavalieri, monaci, banditi, prostitute, serpenti di ogni specie, volpi, unicorni. Già infatti l'unicorno non è un animale immaginario del medioevo ma esistito veramente.


Nella foresta un contadino non poteva cacciare gli animali che voleva. Alcuni appartenevano al Signore del Castello di Hyria (Oria) e quindi il cervo che andava direttamente sulla tavola del castellano. Ai contadini spettava solo un terzo del raccolto che avevano prodotto durante la stagione di primavera. Il 95% della popolazione medievale viveva in campagna in piccole case fatte di paglia e legno. Questi erano piuttosto piccole, di solito dormivano una decina di famiglie in una stessa casa. La vita del contadino era piuttosto monotona: si alzavano all'alba e andavano a dormire al tramonto. In Puglia, in particolare nel Salento, nacquero tra IX e XII secolo molti casali tra cui Tuturano, San Pietro Vernotico, Spani, Squinzano, Apigliano, Supersano, Surbo, Acaya,Tabelle, Fulcignano, quattro macine, Soleto, diventata di seguito un'importante città sotto la famiglia degli Orsini nel 1300. Questo mondo rurale era molto tranquillo o meglio un’ oasi di pace e tranquillità. Se accadeva qualche razzia i contadini dei casali vicini potevano rifugiarsi all'interno dei castra del feudatario, che prima di fare entrare la popolazione dentro le mura merlate, chiedeva ai villici un contributo in moneta per garantirgli protezione. Di fatto era il castellano il solo signore a cui bisognava dare obbedienza e questo alla Chiesa dava molto fastidio. Infatti tra IX e XII secolo si scatenò la famosa lotta per le Investiture tra Papa Gregorio VII e Enrico IV il quale si oppose a Papa per l'elezione dei vescovi.  L'Imperatore era il solo rappresentante di Dio sulla Terra. Il signore andava spesso a caccia lungo la strada che porta da Oria a Lecce, di preciso nel 1134, quando il signore era Accardo d'Altavilla, Conte di Lecce e nonno di Tancredi. Quest'uomo dall'aspetto rude e generoso governava il piccolo castrum normanno di San Pietro Vernotico. Il castello possiede un grande mastio di pietra con una doppia cinta di mura  e intorno un profondo fossato asciutto. Ad aprile tocca ai contadini del luogo fare la guardia al castello. Il signore è molto impegnato. Sono tempi di guerra, il rivale di famiglia Guglielmo il Malo ha dichiarato guerra agli Altavilla e Accardo vuole tenere lontano i figli da costui. Per questo ha fatto erigere un monastero in Lecce. Insieme alla moglie Guinnora provvederanno alle spese della costruzione senza chiedere denaro ai contadini di Pabula Vernatica, già stremati dal lavoro nei campi e dalle decime della chiesa. Inoltre Accardo vuole riparare la cappella del villaggio ed è qui che si concentra la vita contadina del luogo. Ebbene sul finire del Medioevo siamo nel 1400 la Puglia possiede immense foreste ormai da estirpare. La contessa Maria D'Enghien Contessa di Lecce, insieme al marito Raimodello Orsini stanno dando  a Lecce un periodo di felicità e prosperità. Qui arrivano artisti  da tutta Italia, poeti, intellettuali, cantastorie, animando la città medievale. Prima di morire Raimodello fece erigere a Soleto la famosa Guglia Gotica, un campanile straordinario, insieme alla cappella di epoca bizantina di Santo Stefano di stile Bizantino. Oggi della cittadina Orsiniana è rimasta la porta di San Vito che dava l'ingresso alla cittàdina. Ritornando alla Foresta, molte furono abbattute nel XVI per far spazio alla storia moderna.


Nel 1997 la Facoltà di Beni Culturali dell' Università del Salento ha avviato nella località una prima campagna di scavo, sotto la direzione del Prof. Paul Arthur, docente di Archeologia medievale, che ha portato alla luce una realtà ormai dimenticata dell'alto Medioevo, precisamente al periodo bizantino. Si tratta del casale di Apigliano, un luogo tipicamente rurale che ha portato alla luce testimonianze molto interessanti e alcuni resti di alcune abitazioni rurali costruite con la tecnica del muro a secco. Sono stati trovati anche vari oggetti di vita quotidiana ( un coltello, una punta di freccia, un punteruolo, un anello appartenente probabilmente a un funzionario dell’amministrazione tributaria bizantina. Per quanto riguarda il periodo angioino più ricchi sono invece i ritrovamenti. Sono stati riportati alla luce i resti di una chiesa, che si ritiene sia la Chiesa di San Giorgio e che gli archeologi hanno ricostruito l'edificio permettendo al visitatore di immaginare come poteva essere la piccola cappella. Un po’ di anni fa sempre il professore Arthur ha rinvenuto presso Supersano, in provincia di Taranto, una motta di epoca normanna, un castello costruito interamente in legno della fine dell’XI secolo. Inoltre il professore ha curato un museo sul bosco di Supersano nel castello di Manfredi, dando la possibilità al visitatore di immaginare una foresta medievale.


                                                                                                            Alberto Errico 


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