mercoledì 16 gennaio 2013

Santa Maria del Casale

Si parte ufficialmente per questo viaggio tra chiese brindisine risalenti al periodo medievale e trattiamo di una delle più belle chiese del territorio brindisino, Santa Maria del Casale.



Questa storia inizia nel 1298 quando l'arcivescovo della città Andrea Pandone ottenne da parte del re di Francia, Carlo II d'Angiò detto lo Zoppo un terreno (nel punto in cui si trova la chiesa) dove fece costruire una dimora con il quale egli ed i suoi successori passavano le loro vacanze.

Sigillo di Filippo I d'Angiò
Il 15 maggio 1310 in qualche edificio nei pressi della chiesa si inaugurò il Processo di Brindisi contro i cavalieri templari,  mentre il vero e proprio processo si fece nelle sale del Castello di Svevo.

Dopo tre anni (1313) a Brindisi vennero celebrate le nozze tra il Principe di Taranto, Filippo I d'Angiò con Caterina di Courtenay, questi dopo aver visitato la chiesa dove si venerava una Vergine che la popolazione brindisina attribuiva diversi miracoli e venne presa la decisione di costruire la chiesa. Secondo una leggenda francescana, lo stesso San Francesco d'Assisi sarebbe venuto per venerare questa vergine.

Nel 1322 la costruzione della chiesa terminò. Fin da allora in quella zona c'erano un gruppo di casate chiamate con il nome Casale ed ecco svelato il motivo per cui il quartiere si chiama tuttora in questo modo.

Dopo tre anni (1325)  lo stesso principe di Taranto donò alla curia vescovile di Brindisi il casale del Principato visto che anni prima fece edificare un altare per se stesso e per la propria famiglia.

Nel 1353 e nel 1373 Roberto di Taranto e Filippo II di Taranto, rispettivamente i figli del deceduto Filippo I confermarono questo privilegio

Nel 1568 l'arcivescovo di Brindisi, Carlo Bovio affidò l'intero complesso al padre provinciale dei Frati Minori Osservanti, Bonaventura da Lecce facendola trasformare nel primo cenobrio della Terra d'Otranto e successivamente in lazzaretto. Ed è proprio in quest'occasione che vengono cancellati alcuni affreschi attraverso la calce, anche se grazie ad essi costruirono il:
  • Convento con piano terreno
  • Il piano superiore verso il mare
  • Il chiostro (terminato nel 1635-1638)
  • Una prestigiosa biblioteca
E purtroppo successivamente tutto è andato perduto ad eccezione del chiostro e del convento

Nel 1811 quando l'intero meridione italiano era sotto il controllo di Gioacchino Murat, la chiesa venne utilizzata come caserme per le truppe di passaggio il quale procurarono molti danni e con il rientro dei Frati Francescani.

Nel 1866 i frati dovettero lasciare la chiesa e successivamente si procedette alla demolizione di una parte delle sovrastrutture barocche e allo scalcinamento delle pareti che portò al ritrovamento degli affreschi.

Nel 1875 venne dichiarato come monumento nazionale.

Nel 1910 vennero iniziati i primi restauri della chiesa con le tecniche che venivano utilizzate in quell'epoca e dopo anni sotto la visione del canonico brindisino Pasquale Camassa vennero riportate alla luce alcune opere d'arte

Nel 1954 il Genio Civile di Brindisi si prodigò per la riparazione dei danni bellici durante il periodo delle due guerre insieme alla Sovrintendenza ai Monumenti della Regione Puglia con i restauri che terminarno al 1987

Nel 1998 Subentrò la Fraternità "Don Guittani" con il compito di valorizzare la chiesa e il vecchio convento non solo come luogo di raccoglimento, di preghiera ed altro ma di promuoverla a livello turistico a italiano e fuori.

BIBLIOGRAFIA
  • Pasquale Camassa, Guida di Brindisi, Brindisi, 1910
  • Vittoria Ribezzi Petrosillo, Guida di Brindisi, Brindisi, 1993
  • Silvia Palano, Santa Maria del Casale, 2007
SITOGRAFIA
  • www.santamariadelcasale.net 






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