CENNI STORICI
La divisione dell'Impero romano |
Nel 395 con la morte dell'imperatore Teodosio I, l'Impero romano venne suddiviso in due parti dagli eredi al trono, i figli Onorio e Arcadio, per evitare una guerra fratricida per il supremo controllo dello stesso Impero. E così venne diviso in Impero romano d'Occidente (pars occidentalis) governato dal figlio minore Onorio con capitale Milano fino al 402 e Ravenna fino al crollo, e in Impero romano d'Oriente (pars orientalis) o Impero bizantino, dal figlio maggiore Arcadio con capitale Costantinopoli.
Per l'Impero romano d'Occidente iniziò un periodo di crisi per varie cause (crisi demografiche, le invasioni barbariche, l'anarchia militare, ecc..) che comportò il definitivo crollo, avvenuto nel 476 sotto le spade dei barbari, chiamati dispregiativamente dal popolo romano le popolazioni che vivevano al di fuori fuori dei confini dell'impero, che entrarono nella penisola italiana per saccheggiare, depredare, distruggono le città e uccidono la popolazione, fino a quando non decisero di insediarsi.
L'impero bizantino era ancora intatto, nonostante alcuni problemi come il monofisismo, una corrente religiosa svillupata nelle regioni asiatiche dell'impero nel V secolo, elaborata dal patriarca di Costantinopoli Eutiche, il quale sosteneva che la natura umana del Cristo veniva assorbita da quella divina e perciò in lui risiedeva solo la natura divina. Così gli imperatori bizantini cercarono di evitare una condanna per eresia attraverso un compromesso che non soddisfarono nè i seguaci della corrente nè il Papa, ma ci fu chi come Anastasio I, il quale appoggiò la corrente suscitando delle forti reazioni dei sudditi attraverso una ribellione, dove nel 512, perse il trono.
Per l'Impero romano d'Occidente iniziò un periodo di crisi per varie cause (crisi demografiche, le invasioni barbariche, l'anarchia militare, ecc..) che comportò il definitivo crollo, avvenuto nel 476 sotto le spade dei barbari, chiamati dispregiativamente dal popolo romano le popolazioni che vivevano al di fuori fuori dei confini dell'impero, che entrarono nella penisola italiana per saccheggiare, depredare, distruggono le città e uccidono la popolazione, fino a quando non decisero di insediarsi.
L'impero bizantino era ancora intatto, nonostante alcuni problemi come il monofisismo, una corrente religiosa svillupata nelle regioni asiatiche dell'impero nel V secolo, elaborata dal patriarca di Costantinopoli Eutiche, il quale sosteneva che la natura umana del Cristo veniva assorbita da quella divina e perciò in lui risiedeva solo la natura divina. Così gli imperatori bizantini cercarono di evitare una condanna per eresia attraverso un compromesso che non soddisfarono nè i seguaci della corrente nè il Papa, ma ci fu chi come Anastasio I, il quale appoggiò la corrente suscitando delle forti reazioni dei sudditi attraverso una ribellione, dove nel 512, perse il trono.
Giustiniano. Imperatore di Bisanzio |
L'anno cruciale per le sorti dell'impero, e non solo, fu il 527 quando venne incoronato il nuovo imperatore o basilèus, denominazione data agli imperatori di Bisanzio, Giustiniano, che aveva un sogno, la restaurazione dell'antico impero romano sotto la sua corona (Restuaratio Imperii), ma per farlo doveva liberare gran parte dei vecchi territori dell' Impero romano dai vari regni barbarici.
Il progetto partì nel 532 con il patto con l'Impero persiano, che poteva diventare l'ostacolo principale alle ambizioni del nuovo basilèus.
Nel 533 iniziò la Guerra vandalica, combattuta dai bizantini per la riconquista dei regni del Nord Africa, dalla durata di un anno con la vittoria da parte dell'esercito bizantino, e la conseguenza di tale guerra fu il crollo del regno vandalico con i territori conquistati che entrarono ufficialmente nel dominio bizantino.
L'Italia longobarda (Marrone) e bizantina (Viola) |
Nel 565, Gustiniano muore lasciando il suo trono al nipote Giustino II, e iniziano i problemi i bizantini che dovettero fronteggiare l'invasione di una nuova popolazione da parte dei Longobardi, non fronteggiata come si dovrebbe per la debole resistenza da parte dell'esercito bizantino.
I Longobardi riuscirono a conquistare gran parte dell'Italia Settentrionale, duna parte della Toscana e parte del Centro-Sud italiano creando i ducati di Spoleto e di Benevento, insediando la loro capitale a Pavia, mentre i bizantini riuscirono a conservare alcuni dei loro possedimenti, tra cui l'Esarcato (la Romagna, tra cui Ravenna), il Pentapoli (territori costieri delle città di Ancona, Senigallia, Fano, Pesaro e Rimini), una gran parte del Lazio, inclusa Roma, le città costiere della Campania, esclusa Salerno, e infine, la Puglia e la Calabria.
ARTE E ARCHITETTURA
La facciata |
Secondo le teorie di diversi studiosi la costruzione della chiesa risale nel periodo della guerra longobardica-bizantina (VI-VII secolo), e con probabilità sorgeva su un'antica villa augustea, testimonianza confermata dai recenti ritrovamenti archeologici.
La facciata è composta da un portale con arco a tutto sesto sorretto da due colonne laterali, mentre sul retro della struttura esterna si può notare una bassa abside scandite da due lesene e una bifora per consentire l'illuminazione interna.
La struttura, all'interno, si presenta con una pianta quadrata divisa in tre navate delimitate dalle colonne con fusti ellenistici per sorreggere i bassi archi a tutto sesto, di cui la navata centrale è coperta da due cupole a trullo, appoggiate su alti tamburi, mascherate all'esterno da due torri a forma cilindrica, mentre le navate laterali sono coperte da cupole a finte botte. Nella parte superiore dell'edificio si possono trovare delle piccole monofore.
L'abside con la bifora. |
Sulle pareti, un tempo, erano completamente ricoperte da affreschi con delle rappresentazioni di scene del Vecchio Testamento e del Nuovo Testamento, risalenti al periodo tra il IX e il X secolo, di cui alcune se ne possono ammirare tuttora. Secondo alcuni studiosi ci sono due filoni artistici per gli affreschi: lo stile longobardo-beneventana nella prima campata, lo stile bizantino nella seconda campata e nell'abside. L'affresco situato nell'abside, rappresenta la scena dell'Ascensione con Gesù Cristo insieme agli arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele in alto e al centro, mentre in basso sono raffigurati i dodici apostoli, con un occhio di riguardo a Luca, Matteo, Giovanni e Marco che mantengono il Vangelo tra le mani, mentre Andrea impugna la croce.
Affresco degli apostoli. |
Si può ammirare un affresco, nonostante fosse leggermente danneggiato, il quale rappresenta il committente dei lavori, vestito con degli abiti da cerimonia, insieme a San Pietro, facilmente riconoscibile.
Recentemente, sul bordo inferiore dell'abside, è stata scoperta un'iscrizione in lingua greca: "Questo tempio è stato edificato per la remissione dei peccati del servo di Dio... e della sua consorte Veneria e dei loro figli. Amen."
LEGGENDE
San Pietro e il Committente (Affresco) |
Iniziamo dal primo. Si narra che Annibale, grande condottiero cartaginese, avesse deciso di insediare un accampamento militare con l'intento di conquistare la vicina città di Oria.
La seconda leggenda narra di un presunto soggiorno notturno da parte di San Pietro, dopo aver salpato a San Pietro in Bevagna, nei pressi di Manduria, con l'intento di proseguire il suo viaggio in direzione di Roma.
TRA RESTAURI E ARCHEOLOGIA
San Pietro Crepacore prima dei lavori di restauro |
Sarcofagi |
"Da dove deriva il nome di Crepacore?" Secondo alcuni studiosi il termine significherebbe grande crepa, e si sostiene che nelle zone circostanti ci fosse una grande e profonda crepa.
L'abside vista dall'esterno |
Si ringrazia il gentile e disponibile presidente dell' Associazione Turistica Pro Loco di Torre Santa Susanna, Salvatore Vapore, per il materiale che mi ha messo a disposizione per la realizzazione di questo articolo.
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