Nel basso Medioevo si ha la
massima diffusione di grandi manieri feudali. In Puglia se ne sono
costruiti veramente tanti, ad esempio:
il castello di
Oria, Gioia del colle, Bari, Castel del Monte, Lucera, Brindisi, Trani,
Barletta, Torre Maggiore, Conversano, Manfredonia, Acaya, Corigliano d'Otranto,
Latiano, San Vito dei Normanni, Ceglie Messapica, Monopoli, Carovigno, E
rchie,
Squinzano, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Mesagne, Caprarica del Capo,
Lecce, Muro Leccese, Taranto, Rocca Forzata, Martina Franca, Gallipoli,
Otranto, Neviano, Racale, Montesardo, Felline, Acquarica del Capo,
Francavilla Fontana, Manduria, Torre Santa Susanna, Andrano, Borgagne,
Barbarano, Cocumola, Avetrana, Cavallino, Copertino, Supersano, Pulzano, Ugento, Depressa, Campi Salentina, Lucugnano,
Lizzanello, Lizzano, Martano, Vaste, Scorrano, Fulcignano, Nardo, Tricase,
Tutino, Grottaglie ecc.
Il cavaliere è
naturalmente il protagonista dei castelli feudali.
Nel ciclo
arturiano, la Tavola Rotonda era il tavolo del castello di Camelot dove i
cavalieri di Re Artù sedevano per discutere questioni di cruciale importanza
per il reame. In alcune versioni, anche il Mago Merlino aveva un posto. In
alcune leggende viene narrato che fu il padre della Regina Ginevra a donare la
tavola ad Artù tra i regali di nozze.La
chiamata alle armi offriva notevoli vantaggi a
quei soggetti che, per capacità o fortuna, ne sapevano approfittare. Le
opportunità di arricchimento a seguito delle azioni belliche erano grandi, sia
attraverso i bottini rapinati sia attraverso il riscatto dei prigionieri,
specie se di alto lignaggio. Ciò costituiva un valido compenso per il rischio
di perdere la vita, rischio sempre presente e sempre messo in conto. Quando un
rampollo di nobili origini era ritenuto maturo per iniziare la carriera da
cavaliere, veniva inviato come paggio nel castello di un parente, spesso uno
zio oppure un grande signore feudale. Qui imparava a maneggiare le armi,
accompagnava il castellano in battaglia, aiutandolo ad indossare l'armatura.
Alcuni cavalieri ricevevano dal signore un pezzetto di terra in
cambio del servizio militare. Questi vassalli governavano un piccolo
castello, generalmente in pietra. Era un rifugio sicuro per il signore e la sua
famiglia. I castelli di pietra erano fatti in modo da difendere i loro
occupanti contro i nemici.
Il maniero era spesso munito di palizzate per rallentare i movimenti dei
nemici che tentavano di scalare le mura. Dalle cortine del castello sporgevano
le torri, da dove gli arcieri colpivano gli avversari. La porta, punto debole
di ogni castello, era spesso difesa da un ponte levatoio. I battenti erano
bloccati all'interno da grosse travi messe di traverso. Una pesante saracinesca
in ferro poteva scendere dall'alto per formare una barriera. Ne è un esempio la
porta medievale di Scorrano (Lecce), dotata un tempo di una forte
saracinesca che si chiudeva in caso di assedio. I grandi signori feudali
amavano erigere enormi fortificazioni. Una solida torre in pietra, "Il
mastio", tipica fortificazione Normanna sorta a partire dal X secolo.
I milites, che vivevano nel
castello a seguito del loro signore feudale, difendevano il maniero. Il
cavaliere prestava servizio per un certo periodo, poi veniva sostituito da un suo
collega. Il castello era prima di tutto la residenza di un signore feudale. Tra
i privilegi del rango c'era talvolta il grande lusso di avere una stanza
privata che garantiva al castellano una certa intimità con la sposa. I signori
disponevano di enormi castelli, affidavano la cura del maniero ad un castellano
di fiducia che in loro assenza curava l'amministrazione del castello. I
cavalieri dovevano esercitarsi continuamente alla battaglia e il torneo nacque
come pratica all'addestramento bellico in squadre. I cavalieri sconfitti
cedevano al vincitore cavallo e armatura. All'inizio del cinquecento vennero di
moda elmi da parata, spesso a forma di animale indossati spesso durante i
tornei. Nel castello viveva la castellana impegnata nelle cure domestiche della
casa e poteva avere dei dipendenti per sbrigare le faccende del castello e
spettava a lei accogliere gli in modo adeguato. Compito della sposa del
signore era quello di provvedere alla prole e quindi alla discendenza. In tempo
di pace controllava le provviste per il buon mantenimento della casa domestica.
L'intimità matrimoniale rimaneva un miraggio. Solo nel XV secolo diventerà una
cosa necessaria. Se in camera da letto non c'era il fuoco, per scaldarsi si
usavano le coperte. In genere si dormiva nudi. Nel Medioevo assistiamo
allo sviluppo dell’Amor Cortese: l’idea che un cavaliere possa adorare da
lontano una donna, di solito sposata, penando per lei e andando alla
ricerca di grandi imprese da compiere in suo onore. La storia più celebre di
Amor Cortese è la leggenda di Lancillotto e Ginevra. Il loro rapporto proibito
provoca la fine di Camelot e del regno di Artù.
Alberto Errico