martedì 21 novembre 2017

Cavalieri Medievali



La nascita presso la famiglia medievale, specie per chi non era appartenente all'alta nobiltà, aveva un'importanza relativa. Si trattava solo di un fatto biologico. L'inizio di una nuova vita nella forte incertezza della sopravvivenza portò molti nobili a cercarsi di farsi strada da soli. Il primogenito di casa, destinato ad ereditare l'intero patrimonio, trascorreva molti anni presso la corte di diversi signori, in attesa che i genitori gli combinassero un matrimonio vantaggioso. La domanda da mettere in questione è:<<Cosa ne sarà degli altri figli?>> 
Esclusi i milites (cavalieri) che a volte erano semplici mercenari che combattevano per denaro oppure erano al servizio del feudatario e vivevano a sue spese nel castello, altri cavalieri  avevano avuto in dono un pezzetto di terra in cambio del loro servizi. Questi uomini dediti al mestiere delle armi erano stati privati in tenera età alle sottane della madre e da quel momento avevano vissuto un'esistenza rude, sempre a contatto con altri uomini. Questi condottieri si costruivano una loro terra e ricevevano un piccolo castello da poter gestire, in genere di pietra. Di solito vivevano in un grande maniero in generale costruito in pietra, circondato da diverse torri, ponti levatoi, una chiesa per le funzioni religiose e le scuderie.
i primi castelli erano solo piccoli villaggi abbastanza primitivi, difesi da contrafforti, ponti levatoi e torri in legno. I castelli erano fatti di solito di terra battuta e legno. Le palizzate erano fatte con pali e legno e la terra che si otteneva per scavare il fossato. Questi castra erano innalzati su alture dette "motte", dove sarebbe poi nata la torre centrale. Con gli inizi del X secolo  questi edifici erano costituiti da un grande torrione detto "mastio",ultimo baluardo da difendere in caso di assedio, che doveva servire da magazzino per le provviste e naturalmente servire a scopo militare in grado di ospitare una piccola guarnigione di cavalieri.  Nel mastio quasi sempre viveva il castellano.
Si formò in quest'epoca una vero e proprio gruppo di milites, armati di scudo e armatura. Nel medioevo si sentì l'esigenza di distinguersi e di rendersi riconoscibili sia in battaglia che nei tornei e quindi si diffuse l'uso di emblemi colorati  posti sullo scudo del cavaliere, che daranno origine all'araldica, sorta nel XII secolo in Francia. I grandi signori feudali amavano erigere enormi fortificazioni, una solida torre in pietra come il "mastio", tipica fortificazione normanna sorta a partire dal X secolo. I milites vivevano nel castello a seguito del loro signore feudale e ne difendevano il maniero. Il cavaliere prestava servizio per un certo periodo, poi veniva sostituito da un collega. Il castello era prima di tutto la residenza di un signore feudale. Tra i privilegi del rango c'era talvolta il grande lusso di avere una stanza privata che garantiva al castellano una certa intimità con la sposa. I signori disponevano di enormi castelli, affidavano la cura del maniero a un castellano di fiducia che in loro assenza curava l'amministrazione del castello. I cavalieri dovevano esercitarsi continuamente alla battaglia e il torneo nacque come pratica all'addestramento bellico in squadre. I cavalieri sconfitti cedevano al vincitore cavallo e armatura. Agli inizi del Cinquecento vennero di moda elmi da parata, spesso a forma di animale indossati spesso durante i tornei. Nel castello viveva la castellana impegnata nelle cure domestiche della casa e poteva avere dei dipendenti per sbrigare le faccende del castello e spettava a lei accoglierli  in modo adeguato. Compito della sposa del signore era quello di provvedere alla prole e quindi alla discendenza.
Al patrimonio familiare dovevano farsi strada da soli giostrando nei tornei e conquistare qualche bella fanciulla. Guglielmo il Maresciallo reggente d'Inghilterra, a soli nove anni dovette abbandonare il castello di famiglia per imparare a diventare un cavaliere e a costruirsi una carriera promettente. 


                                                                                                             Alberto Errico




Bibliografia :  La vita nel medioevo. Biblioteca storica
Medioevo N. 8, Settembre 1997 " Cercasi dama scopo matrimonio", Andrea Barlucchi,


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