L’altra faccia del Medioevo
Medioevo oscuro, secoli bui o frasi del tipo “Non siamo mica nel Medioevo!”o ancora “Siamo rimasti al Medioevo!”. Queste sono le prime cose che si dicono quando si pensa al periodo medievale. Ma è davvero così? Non si può certo dire che il Medioevo sia stato un periodo totalmente florido ma in fondo quale epoca lo è? In realtà dobbiamo molto al medioevo. Molti oggetti e molti miglioramenti di cui oggi noi godiamo sono merito del Medioevo. Questo articolo ha lo scopo di mostrare, in modo semplicistico, l’altra faccia del Medioevo. Un Medioevo fiorente, positivo e sorprendente. Un’epoca ricca di invenzioni che adesso cercherò di illustrare.
Invenzioni
Iniziamo
dalla carta. Invenzione fantastica!
La utilizziamo per scrivere, per disegnare. Il procedimento per arrivare al
prodotto finito era abbastanza lungo. Per ottenere un foglio bisognava prendere
degli stracci di stoffa che venivano tagliati a pezzettini e battuti fino a
ridurli in polvere. L’impasto veniva diluito con acqua prima di passare alle
fasi successive. Si immergeva poi un telaio con una rete a maglie fittissime
dove veniva depositato uno strato sottile di poltiglia che, una volta
asciugato, costituiva il foglio. Verso la seconda metà del XIII secolo venne
introdotto un ulteriore miglioramento: la filigrana, che indicava il
fabbricante, la cartiera di provenienza, la data di fabbricazione e la qualità
della carta. Legata all’invenzione della carta è quella della stampa a caratteri mobili.
Un’invenzione pazzesca che dobbiamo a Johannes Gutenberg (1400 circa-1468) e
che rese possibile la produzione veloce di un gran numero di copie di libri,
aumentando così la loro circolazione.
Gli
occhiali. Furono inventati probabilmente
da un laico e all’inizio erano privi di stanghette. Giordano da Pisa
(1260-1310), un frate domenicano, ci testimonia questa invenzione manifestando
la sua gioia perché finalmente non più costretto a interrompere le sue
attività. Anche Petrarca li usava!
esempi di occhiali medievali |
L’università, una novità importantissima del Medioevo e molto
sfruttata oggi per raggiungere il tanto ambìto traguardo della laurea. Nate
come libere associazioni di studenti ( universitas
scholarium) e di docenti (universitas
magistrorum), all’inizio si costituirono in quelle città che già da tempo
avevano una tradizione dì insegnamento come Parigi e Oxford, con scuole di
teologia. A Bologna invece, che si può considerare, insieme a Parigi, la più
antica si sviluppò la scuola di diritto. Quello che noi oggi definiamo
università, cioè i corsi, le varie attività didattiche e di ricerca, nel
Medioevo era chiamato Studium.
Le
banche, nate grazie all’abilità dei
mercanti i quali esercitavano anche il mestiere di cambiavalute. I mercanti
usavano le lettere di cambio o cambiali (antenate dei nostri assegni) e per
evitare di far viaggiare grosse somme di denaro venivano depositate presso un
banco (la nostra banca).
Il nome
delle note musicali. Fu Guido d’Arezzo (990-1050 circa), monaco benedettino
e musicista, a dare ai cantori la possibilità di leggere, intonare con
esattezza un canto nuovo, senza bisogno del monocordo, l’antico strumento ad una
sola corda.
Poi ancora i bottoni che all’inizio avevano funzione ornamentale ma col tempo
assunsero il compito attuale: chiudere gli abiti. E non solo. Grazie ai bottoni
le maniche divennero staccabili e proprio da qui ha origine il detto ancora in
uso <<E’un
altro paio di maniche!>>
Poi
le mutande, che nel Medioevo
venivano chiamate panni da gamba. Anche i Romani le conoscevano ma le disprezzavano poiché ritenute proprie dei
barbari. Nel Medioevo solo i più ricchi le indossavano. Le persone di umile
condizione ne facevano a meno. Insieme alle mutande troviamo le calze che nel Medioevo fungevano anche
da scarpe ed è per questo motivo che ancora oggi, per riparare le scarpe (o calzature),
ci rechiamo da un artigiano chiamato calzolaio.
Per chinarsi, dato che il tessuto
non aveva elasticità, bisognava slacciare le calze come mostra questa miniatura. Il lapidatore di santo
Stefano sta raccogliendo le pietre.
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Il
camino. Si sviluppa a partire dal
XIII secolo quindi in pieno Medioevo. Ovviamente, come del resto per tutte le
cose, era presente in edifici di persone molto agiate. I più sfortunati
dovevano accontentarsi di scaldarsi in mezzo al fumo.
I
vetri alle finestre. Negli edifici
sacri vennero introdotti già a partire dal X secolo per poi svilupparsi
gradualmente anche nelle abitazioni. Abbiamo alcune miniature che testimoniano
la presenza di vetrate sia nelle chiese sia nelle case.
Un’altra
novità veramente importante che dobbiamo al Medioevo è l’anestesia. Nell’Antichità non si pensò alla necessità
dell’anestesia. La manifestazione del dolore era una forma di trattenimento, un
po’ come le lotte tra gladiatori. Il Medioevo invece si pone questo problema e lo
vediamo anche in una novella del Boccaccio dove il medico Mazzeo della
Montagna si prepara ad operare la gamba
in cancrena di un suo paziente. Il medico Guy de Chauliac tuttavia raccomandava
molta attenzione sull’uso dell’anestesia perché far addormentare il paziente
era semplice. Il vero problema era il
risveglio: alcuni infatti impazzivano o addirittura non si svegliavano affatto.
E
andiamo alla tavola. Oggi tutti noi, o quasi, utilizziamo uno strumento
assolutamente necessario per mangiare:
la forchetta. Non si conosce con
esattezza l’epoca della sua comparsa ma molti testi ne parlano. Le prime
attestazioni iconografiche della forchetta risalgono all’inizio dell’XI secolo
dove, in una miniatura del Codice delle
leggi longobarde, re Rotari impugna una forchetta.
Pranzo con coltello e forchetta.
Inizi dell’XI secolo.
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Arriviamo
infine alle festività. Iniziamo dal Natale e cerchiamo di scoprire qualcosa
sulla figura di Babbo Natale, tanto
amato dai piccini. San Nicola, vescovo di Mira, traslato poi a Bari, fu
ritenuto il santo protettore dei bambini poiché in più occasioni andò in
soccorso di alcuni fanciulli. Nel Medioevo in Fiandra, in Lorena e nei Paesi
Bassi il 6 dicembre, il giorno di san Nicola, un bambino con la barba bianca e
travestito da vescovo girava portando doni ai bambini buoni. Il nome olandese
del santo, Sinter Klass, venne importato in America divenendo Santa Claus.
Babbo Natale dunque non è altro che san Nicola, con qualche modifica
ovviamente.
San Nicola distribuisce doni ai
bambini.
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Andiamo
adesso alla scoperta del Carnevale.
Fu nel concilio di Nicea del 325 che per la prima volta venne fissato un
periodo di digiuno di quaranta giorni per prepararsi alla Pasqua con la
proibizione assoluta di mangiare carne. La carne nel Medioevo era simbolo di
forza e di peccato. L’etimologia della parola – carne levare è una parola attestata intorno al Mille – è legata
infatti a carnem levare, privarsi
della carne nell’ultimo giorno che precede l’inizio della quaresima. Possiamo
dire che il carnevale è una festa priva di valenza religiosa, nonostante
precedi un periodo di penitenza imposto dalla Chiesa. Consisteva in sostanza in
una festa molto chiassosa con maschere, travestimenti e atteggiamenti che
solitamente non erano ammessi nella quotidianità. Attualmente il carnevale di
Ivrea è l’unico che abbia mantenuto un legame con il Medioevo.
Queste
sono alcune delle invenzioni che dobbiamo al Medioevo. Un Medioevo che come si
nota non è affatto buio anzi brilla di una luce particolare. Noi moderni gioviamo
di quello che i medievali, molti secoli fa, crearono e inventarono. Utilizziamo
le mutande, i pantaloni, gli occhiali, i bottoni per i nostri abiti e così via.
Senza contare che oltre alle invenzioni di cui abbiamo parlato, il Medioevo è
anche l’epoca di personaggi illustri quali Dante Alighieri, Francesco Petrarca
e Giovanni Boccaccio, giusto per citarne qualcuno. In fondo, se ci riflettiamo,
anche l’epoca che stiamo vivendo non è così fiorente come sembra.
Martina
Pietramala
Bibliografia
C.
FRUGONI, Medioevo sul naso. Occhiali, bottoni e altre
invenzioni medievali, Roma-Bari 2001.
J.
LE GOFF, Il Medioevo. Alle origini
dell’identità europea, Roma-Bari 2006.