venerdì 29 dicembre 2017

L’altra faccia del Medioevo

Medioevo oscuro, secoli bui o frasi del tipo “Non siamo mica nel Medioevo!”o ancora “Siamo rimasti al Medioevo!”. Queste sono le prime cose che si dicono quando si pensa al periodo medievale. Ma è davvero così? Non si può certo dire che il Medioevo sia stato un periodo totalmente florido ma in fondo quale epoca lo è? In realtà dobbiamo molto al medioevo. Molti oggetti e molti miglioramenti di cui oggi noi godiamo sono merito del Medioevo. Questo articolo ha lo scopo di mostrare, in modo semplicistico, l’altra faccia del Medioevo. Un Medioevo fiorente, positivo e sorprendente. Un’epoca ricca di invenzioni che adesso cercherò di illustrare.
Invenzioni
Iniziamo dalla carta. Invenzione fantastica! La utilizziamo per scrivere, per disegnare. Il procedimento per arrivare al prodotto finito era abbastanza lungo. Per ottenere un foglio bisognava prendere degli stracci di stoffa che venivano tagliati a pezzettini e battuti fino a ridurli in polvere. L’impasto veniva diluito con acqua prima di passare alle fasi successive. Si immergeva poi un telaio con una rete a maglie fittissime dove veniva depositato uno strato sottile di poltiglia che, una volta asciugato, costituiva il foglio. Verso la seconda metà del XIII secolo venne introdotto un ulteriore miglioramento: la filigrana, che indicava il fabbricante, la cartiera di provenienza, la data di fabbricazione e la qualità della carta. Legata all’invenzione della carta è quella della stampa a caratteri mobili. Un’invenzione pazzesca che dobbiamo a Johannes Gutenberg (1400 circa-1468) e che rese possibile la produzione veloce di un gran numero di copie di libri, aumentando così la loro circolazione.

Gli occhiali. Furono inventati probabilmente da un laico e all’inizio erano privi di stanghette. Giordano da Pisa (1260-1310), un frate domenicano, ci testimonia questa invenzione manifestando la sua gioia perché finalmente non più costretto a interrompere le sue attività. Anche Petrarca li usava! 
esempi di occhiali medievali

L’università,  una novità importantissima del Medioevo e molto sfruttata oggi per raggiungere il tanto ambìto traguardo della laurea. Nate come libere associazioni di studenti ( universitas scholarium) e di docenti (universitas magistrorum), all’inizio si costituirono in quelle città che già da tempo avevano una tradizione dì insegnamento come Parigi e Oxford, con scuole di teologia. A Bologna invece, che si può considerare, insieme a Parigi, la più antica si sviluppò la scuola di diritto. Quello che noi oggi definiamo università, cioè i corsi, le varie attività didattiche e di ricerca, nel Medioevo era chiamato Studium.
Le banche, nate grazie all’abilità dei mercanti i quali esercitavano anche il mestiere di cambiavalute. I mercanti usavano le lettere di cambio o cambiali (antenate dei nostri assegni) e per evitare di far viaggiare grosse somme di denaro venivano depositate presso un banco (la nostra banca).

 Il nome delle note musicali. Fu Guido d’Arezzo (990-1050 circa), monaco benedettino e musicista, a dare ai cantori la possibilità di leggere, intonare con esattezza un canto nuovo, senza bisogno del monocordo, l’antico strumento ad una sola corda.
 Poi ancora i bottoni che all’inizio avevano funzione ornamentale ma col tempo assunsero il compito attuale: chiudere gli abiti. E non solo. Grazie ai bottoni le maniche divennero staccabili e proprio da qui ha origine il detto ancora in uso <<E’un altro paio di maniche!>>
Poi le mutande, che nel Medioevo venivano chiamate panni da gamba. Anche i Romani le conoscevano ma le  disprezzavano poiché ritenute proprie dei barbari. Nel Medioevo solo i più ricchi le indossavano. Le persone di umile condizione ne facevano a meno. Insieme alle mutande troviamo le calze che nel Medioevo fungevano anche da scarpe ed è per questo motivo che ancora oggi, per riparare le scarpe (o calzature), ci rechiamo da un artigiano chiamato calzolaio.
Per chinarsi, dato che il tessuto non aveva elasticità, bisognava slacciare le calze come mostra  questa miniatura. Il lapidatore di santo Stefano sta raccogliendo le pietre.


Il camino. Si sviluppa a partire dal XIII secolo quindi in pieno Medioevo. Ovviamente, come del resto per tutte le cose, era presente in edifici di persone molto agiate. I più sfortunati dovevano accontentarsi di scaldarsi in mezzo al fumo.
I vetri alle finestre. Negli edifici sacri vennero introdotti già a partire dal X secolo per poi svilupparsi gradualmente anche nelle abitazioni. Abbiamo alcune miniature che testimoniano la presenza di vetrate sia nelle chiese sia nelle case.
Un’altra novità veramente importante che dobbiamo al Medioevo è l’anestesia. Nell’Antichità non si pensò alla necessità dell’anestesia. La manifestazione del dolore era una forma di trattenimento, un po’ come le lotte tra gladiatori. Il Medioevo invece si pone questo problema e lo vediamo anche in una novella del Boccaccio dove il medico Mazzeo della Montagna  si prepara ad operare la gamba in cancrena di un suo paziente. Il medico Guy de Chauliac tuttavia raccomandava molta attenzione sull’uso dell’anestesia perché far addormentare il paziente era semplice.  Il vero problema era il risveglio: alcuni infatti impazzivano o addirittura non si svegliavano affatto.
E andiamo alla tavola. Oggi tutti noi, o quasi, utilizziamo uno strumento assolutamente necessario per  mangiare: la forchetta. Non si conosce con esattezza l’epoca della sua comparsa ma molti testi ne parlano. Le prime attestazioni iconografiche della forchetta risalgono all’inizio dell’XI secolo dove, in una miniatura del Codice delle leggi longobarde, re Rotari impugna una forchetta.
Pranzo con coltello e forchetta. Inizi dell’XI secolo.

Arriviamo infine alle festività. Iniziamo dal Natale e cerchiamo di scoprire qualcosa sulla figura di Babbo Natale, tanto amato dai piccini. San Nicola, vescovo di Mira, traslato poi a Bari, fu ritenuto il santo protettore dei bambini poiché in più occasioni andò in soccorso di alcuni fanciulli. Nel Medioevo in Fiandra, in Lorena e nei Paesi Bassi il 6 dicembre, il giorno di san Nicola, un bambino con la barba bianca e travestito da vescovo girava portando doni ai bambini buoni. Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America divenendo Santa Claus. Babbo Natale dunque non è altro che san Nicola, con qualche modifica ovviamente.
San Nicola distribuisce doni ai bambini.

Andiamo adesso alla scoperta del Carnevale. Fu nel concilio di Nicea del 325 che per la prima volta venne fissato un periodo di digiuno di quaranta giorni per prepararsi alla Pasqua con la proibizione assoluta di mangiare carne. La carne nel Medioevo era simbolo di forza e di peccato. L’etimologia della parola – carne levare è una parola attestata intorno al Mille – è legata infatti a carnem levare, privarsi della carne nell’ultimo giorno che precede l’inizio della quaresima. Possiamo dire che il carnevale è una festa priva di valenza religiosa, nonostante precedi un periodo di penitenza imposto dalla Chiesa. Consisteva in sostanza in una festa molto chiassosa con maschere, travestimenti e atteggiamenti che solitamente non erano ammessi nella quotidianità. Attualmente il carnevale di Ivrea è l’unico che abbia mantenuto un legame con il Medioevo.
Queste sono alcune delle invenzioni che dobbiamo al Medioevo. Un Medioevo che come si nota non è affatto buio anzi brilla di una luce particolare. Noi moderni gioviamo di quello che i medievali, molti secoli fa, crearono e inventarono. Utilizziamo le mutande, i pantaloni, gli occhiali, i bottoni per i nostri abiti e così via. Senza contare che oltre alle invenzioni di cui abbiamo parlato, il Medioevo è anche l’epoca di personaggi illustri quali Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, giusto per citarne qualcuno. In fondo, se ci riflettiamo, anche l’epoca che stiamo vivendo non è così fiorente come sembra.

Martina Pietramala

Bibliografia
C. FRUGONI, Medioevo sul naso. Occhiali, bottoni e altre invenzioni medievali, Roma-Bari 2001.
J. LE GOFF, Il Medioevo. Alle origini dell’identità europea, Roma-Bari 2006.









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