Le dame e i cavalieri
Un cavaliere voleva
prendere moglie non necessariamente per amore, ma perché questi una volta presa
in moglie avrebbe ereditato le terre della sposa. E’ celebre il caso di
Guglielmo il Maresciallo conte di Pembrocke che prese in moglie Isabella di Clare,
una ricca ereditiera inglese. Si trattava sempre di unioni politiche che non
avevano niente a che fare con l’amore tra due persone. Mentre il cavaliere era in guerra la sposa
stava chiusa nelle fredde mura del castello amministrando le faccende di casa.
Il destino delle ragazze era quello di sposarsi molto giovani e custodire il
focolare. Molto spesso la donna prendeva le armi per difendere il maniero
durante un assedio. La castellana era la
figura femminile più importante del
castello. Queste donne nonostante tutto si sentivano sole e amavano circondarsi
di gentildonne che stavano ai loro ordini, dame di compagnia, cameriere,
lavandaie, ogni donna doveva imparare a
filare, a tessere e a cucinare. Nei castelli della Francia meridionale, presso
la corte di Eleonora d’Aquitania, i trovatori cantavano le gesta di Re Artù e
dell’amore tra Lancilotto e Ginevra.
Essere un cavaliere nel medioevo non voleva dire solo andare in guerra e
giostrare nei tornei; vi era un codice di condotta, detta cavalleria, che si aspettava
che i guerrieri seguissero. Difendere i deboli e gli oppressi e difendere con
le armi chi contrastava gli insegnamenti della chiesa. Raramente un cavaliere
agiva da solo in battaglia. Insieme ai suoi scudieri e paggi poteva guidare un
gruppo di sottoposti armati di elmo e cotta di maglia in ferro. Questi uomini
potevano garantire una buona protezione al cavaliere che durante una battaglia
poteva venire circondato da un manipolo di cavalieri pronti ad attaccare. Nel
corso di una battaglia molti soldati venivano fatti prigionieri e rilasciati
tramite un riscatto in denaro. Il pagamento di un riscatto poteva costare molto
denaro. I vassalli molte volte vendevano le loro terre per ottenere il denaro
necessario per liberare il loro signore. Quando nel 1193 in Inghilterra venne
pagato il riscatto di Re Riccardo Cuor di Leone, la popolazione inglese dovette
pagare tasse altissime. L’addestramento del cavaliere iniziava in tenera età,
generalmente a sette anni, quando questi diventava paggio. Molti venivano
mandati nel castello di un feudatario, spesso un parente. Il paggio imparava
come stare nella società, come
intrattenere le dame e a stare a tavola. A quattordici anni il paggio
poteva diventare scudiero e qui incominciava l’addestramento alle armi. Una volta
diventato scudiero il ragazzo accompagnava il cavaliere, un ottimo esercizio
alla guerra. Appena arrivato a ventuno anni lo scudiero veniva nominato
cavaliere. L’aspirante doveva fare un bagno
simbolico di purificazione. Poteva anche passare la notte in veglia
nella cappella del castello con la spada
sull’altare. La cerimonia d’investitura includeva preghiere per aiutare il
cavaliere a lottare per la sua amata terra. Nel XII secolo nacquero i tornei,
che al principio del XIV secolo furono vietati, perché costituivano un
reclutamento dei cavalieri alla guerra. Molti cavalieri partecipavano ai tornei
per guadagnarsi fama e onore, ma soprattutto per conquistare il cuore di una
giovane fanciulla.
Alberto Errico