lunedì 29 gennaio 2018

Il castello, un' invenzione del Medioevo ?


Quando diciamo “castello” tutti pensiamo a mura di pietra merlate, torrioni quadrangolari o circolari, feritoie, ponti levatoi e tutto il resto. In realtà la parola “castello” indica una categoria molto più vasta di costruzioni, che  spaziano dal semplice villaggio fortificato alla residenza fortificata del Signore alla motta, un monticello, di solito artificiale, su cui veniva costruita la fortificazione, di solito usando il legno invece che la pietra. Nel corso del XII secolo il mastio, o torrione, non era più l'unico edificio del castello. In quanto sede di una signoria doveva avere a disposizione una sala di rappresentanza, uno o più edifici religiosi, gli alloggiamenti dei cavalieri al seguito del Signore. Queste strutture erano circondate da un ampio circuito di mura. Ne è un esempio la cittadella. Questi edifici in pietra dovevano proteggere la popolazione in caso di assedio e i contadini potevano rifugiarsi nella fortezza. Questi edifici erano costituiti da un grande torrione quadrangolare che doveva servire da magazzino per le provviste e naturalmente essere in grado di ospitare una guarnigione di milites, cioè i cavalieri armati al soldo del castellano. Questi castelli dovevano proteggere la popolazione che risiedeva nelle campagne in caso di pericolo. Come afferma lo storico Alessandro Barbero, ordinario di storia medievale presso l'Università del Piemonte Orientale, "la popolazione per entrare nel castello doveva versare al Signore un contributo in denaro. In questo modo si assicurava la fedeltà dei sudditi.". Il punto debole di ogni fortificazione era naturalmente la porta.  Perciò spesso la si proteggeva con un "rivellino", cioè con una piccola fortificazione avanzata che bisognava 
espugnare prima di avvicinarsi all'ingresso vero e proprio. Inoltre, l'accesso era difeso dal ponte levatoio. Formalmente l’assedio cominciava quando gli assalitori aprivano il fuoco contro il castello. L'ingresso possedeva un ponte levatoio. Verso la metà del XIII secolo in Europa si cominciarono a costruire castelli costituiti da una serie successiva di recinti. Questi colossi di pietra vennero chiamati "castelli concentrici". Il muro esterno era a ridosso di quello più interno. Questo sistema permetteva agli arcieri appostati sulle cortine interne di "tirare" sui nemici i dardi delle frecce. Se gli attaccanti espugnavano il primo giro di mura, si trovano di fronte a un secondo più spesso, completamente esposti al tiro dei difensori. I castelli concentrici disponevano di difese per difendersi. Merlature e feritoie consentivano ai milites di controllare il nemico stando al coperto, senza essere visti. Il fossato del maniero poteva essere munito talvolta d'acqua e sorgere sulle rive di un fiume. Il ponte levatoio era sorretto da catene fissate da due travi detti "bolzoni", alla cui estremità era posto un contrappeso. I contrappesi facevano alzare i bolzoni che si inserivano in apposite sedi ricavate nel muro. Alle merlature si aggiunse il cosiddetto "apparato a sporgere". Il parapetto era appoggiato su mensole, i "beccatelli", che lo facevano sporgere rispetto alla cortina. Tra un beccatello e l'altro sono praticate delle buche, le "caditoie", attraverso le quali si gettavano pietre e acqua bollente sui nemici. Ne è l'esempio la torre quadrata di San Pietro Vernotico (Brindisi), dotata ancora di enormi caditoie e beccatelli. Individuato il punto dove costruire il castello, il feudatario incaricava un capomastro, assunto per erigere il maniero. Il capomastro si occupava infatti di selezionare e dirigere gli operai necessari all'opera di completamento : scavatori e taglia legna per formare il materiale, taglia pietre, ecc. Nel mastio della torre si trovava una stanza con un enorme camino posto al centro della sala. ,olte volte il focolare era inserito nello spessore del muro. Il fumo così poteva essere allontanato dalla stanza, attraverso una cappa che raccoglieva e lo convogliava all'esterno. All'alba del XV secolo l'assedio assume un ruolo preponderante nell'ordine delle operazioni militari in Occidente, superando le battaglie in campo aperto. Tutte le miniature medievali che illustrano un assedio, raffigurano un padiglione o una tenda per simbolizzare la presenza di un campo d'assedio. La riunione di un esercito, in occasione di un assedio, poteva prevedere diverse migliaia di uomini. Per mantenere questi uomini in buona salute e al riparo dalle intemperie, occorreva nutrirli e alloggiarli. Per opporsi a tali preparativi, i responsabili di una piazzaforte assediata, facevano distruggere tutte le infrastrutture che potessero servire agli assedianti e così i sobborghi erano i primi a essere bruciati. Gli abitanti delle città, spesso spontaneamente o sotto il controllo della guarnigione, distruggevano i ripari, le case e i ponti. Nel campo occorreva fornire allora un sufficiente numero di tende. Alcuni principi si facevano costruire delle case smontabili in legno. Carlo il Temerario ne possedeva due con finestre e ante; Luigi XI di Francia ne aveva una rivestita di cuoio. Nonostante numerose requisizioni nelle città, le tende sono raramente in numero sufficiente per tutto l'esercito e sono numerosi gli uomini che non beneficiano di questi alloggi. Nella prospettiva di un assedio di lunga durata, tutto diventa buono per costruirsi un riparo, si prendeva la decisione di abbattere gli alberi o di depredare le case nei dintorni. Durante un assedio gli assalitori potevano aprire il fuoco contro il castello. Prima di quel momento il castellano poteva consegnare la fortezza e la popolazione agli assalitori senza disonore e con la garanzia di aver salva la vita. Se il castellano rifiutava di arrendersi, l’attacco cominciava. Il primo ostacolo che l'eventuale assalitore incontrava era il fossato. Il fossato, che fosse riempito d'acqua o secco, ostacolava il passaggio delle macchine d’assedio a ridosso delle mura. Se era secco, poteva anche essere guarnito con pali o altri ostacoli che rallentassero l'avvicinamento del nemico e ne aumentassero la vulnerabilità. I nemici circondavano l’edificio nemico e montavano le macchine da guerra. Poi bombardavano il castello con le catapulte per indebolirne le difese e demoralizzarne i soldati. Infine, veniva dato l’assalto vero e proprio, con scale, corde, rampini, torri d’assedio, arieti e ogni altro equipaggiamento descritto sopra. Se i difensori resistevano, gli assedianti potevano scegliere di prendere per fame la fortezza o aspettare il diffondersi di una carestia. Questa era in effetti la tattica più tremenda. Innanzitutto gli assedianti bloccavano tutti i rifornimenti al castello. Una delle risorse che per prima veniva fermata era l'acqua. Questa, infatti,spesso giungeva al castello tramite un fiume sotterraneo sia che fosse naturale o costruito appositamente.
                                                                                                           

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