mercoledì 15 novembre 2017

La donna nella società feudale

Quale era il ruolo della donna nella società feudale ? Sicuramente aveva degli obblighi ben precisi, cioè quelli di essere moglie e madre. Vincolata dalla famiglia a sposare un uomo che non desiderava, la donna veniva data in sposa in tenera età. Di solito il cavaliere sperava in una sposa con una ricca dote o regalo di matrimonio da parte del padre. A volte alcune coppie si amavano davvero e la moglie poteva essere di grande aiuto al marito. Mentre egli era in guerra, la moglie seguiva l'amministrazione del castello; in tempo di pace controllava le provviste, ordinava cibo e bevande, occupandosi del buon andamento del maniero.  L'intimità matrimoniale rimane un miraggio e solo verso la fine del medioevo diventerà una cosa indispensabile. Il giaciglio era isolato dal resto dell'ambiente. Se in camera non c'era il fuoco, per scaldarsi si usavano le coperte. In genere si dormiva nudi e insieme assunse una connotazione sessuale. Nella storia di Tristano e Isotta il re Marco di Cornovaglia racconta che scoprì Tristano e Isotta addormentati insieme; il sospetto di tradimento viene subito allontanato nel momento in cui si accorge che la regina indossa la camicia da notte e Tristano le brache. Chrètien de Troyes nel romanzo di Lancillotto, scritto verso il 1171, racconta la strana storia di una dama e un cavaliere. "Un letto e preparato, le lenzuola sono di lino e molto profumate, la damigella si corica accanto a lui ma non si toglie la camicia. Lancillotto non vuole violare la verginità della fanciulla e ha gran timore di toccarla. La ragazza comprende e lo lascia stare andando a coricarsi in un'altra stanza". La diffusione delle camicie da notte era un modo per preservare la propria verginità e allontanare eventuali molestatori. Per le donne sposate vigeva l'obbligo di portare sul capo il soggolo, una sorta di fascia di lino, avvolta intorno ai capelli e al collo in segno di modestia e fedeltà nei confronti del marito. Alla morte dello sposo la donna godeva di diritti legali pari a quelli degli uomini quindi poteva entrare in possesso delle terre del defunto. Una volta sposata, la donna diveniva preziosa e insieme temuta dal marito, vero detentore del potere. Rappresentava per il signore uno oscuro oggetto di desiderio carnale, temuto, adorato, per il quale valeva la pena anche rischiare la vita. Nemico di ogni pudore e di ogni santità venne definito Guglielmo IX d'Aquitania, il primo trovatore del medioevo Inglese. Fu lui ad esaltare l'amore carnale. Nella storia di Re Artù i due amanti  Lancillotto e Ginevra commettono adulterio nei confronti del loro sovrano e per una notte di desiderio carnale pagheranno un prezzo molto alto. La leggenda di Tristano e Isotta affonda le sue radici nella mitologia Celtica. Rappresentano la visione dell'amor cortese. In Francia gli ardori dell'amor cortese ebbero una forte diffusione nel XII secolo. Il matrimonio medievale era essenzialmente una questione politica di alleanze tra casate rivali. L'interesse della famiglia doveva infatti prevalere sui novelli sposi, il che comportava un'assenza di passioni nelle unioni matrimoniali. Nell'ambiente cavalleresco tuttavia l'amore tra il giovane cavaliere e la moglie del suo signore, sia pur non consumato, poneva un problema molto grosso nella cultura cavalleresca: si doveva fedeltà al gioco dell'amore cortese o al proprio signore.


Alberto Errico 
"La vita nel medioevo, usi  costumi, abitazioni, arti e mestieri" ; Andrew Langleym,
Bibliografia : "I cavalieri e le armature del medioevo"; Cristopher Gravet

Medioevo N. 8 Settembre 1997, 


"Cercasi dama, scopo matrimonioe ". Andrea Barlucchi,

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